Un giorno, a lezione di scienze, mi sono seduto con le mani in tasca.
Jordan, il ragazzo accanto a me non mi stava prestando attenzione, ed ero piuttosto contento, perché non volevo che notasse il rigonfiamento nella mia cerniera.
Ma l'insegnante mi stava prestando attenzione. "Malik!" gridò. "Stai ascoltando?!" Tutti mi fissavano e io mi innervosivo.
"Uhh..." balbettai, guardando Jordan. Guardò i miei pantaloni e i suoi occhi divennero enormi.
"Ma che cazzo?!" strillò. "Che diavolo stai facendo?!!"
Ero così imbarazzato. Tirai fuori le mani dalle tasche, mi alzai e mi precipitai fuori dalla porta.
CHE DIAVOLO C'È DI SBAGLIATO IN ME? pensai, piangendo silenziosamente sul gabinetto nella stalla. COSA C'È DI SBAGLIATO IN ME?!
Proprio in quel momento, ho sentito la porta del bagno aprirsi. "Ciao?" disse una voce. "Malik!" Mi sono seduto dritto quando ho capito chi fosse.
"Che cosa?" risposi tirando su col naso.
"Stai bene?" chiese Jordan, in piedi fuori dal box.
"NO!" Ho pianto, asciugandomi le lacrime. Il mio cuore batteva molto velocemente. "Lasciami solo."
"La signora Jones mi ha detto di venire a prenderti," informò, aprendo la porta del gabinetto. "Dai."
"NO." gli dissi, chiudendo la porta. "Lasciami in pace!" L'ho sentito sospirare.
"Guarda," disse fermamente, aprendo la porta ed entrando nel box. "Non so quale sia il tuo problema, ma..." Mi alzai e ci guardammo negli occhi. Ero totalmente ipnotizzato dai suoi sexy occhi nocciola e il mio cuore batteva in modo incontrollabile. Senza pensarci, l'ho afferrato per la testa e l'ho baciato appassionatamente.
Si allontanò rapidamente, fissandomi con un sopracciglio alzato. "Tizio!"
"Mi dispiace tanto!" Ho pianto. "Non volevo--" Improvvisamente, mi afferrò per la nuca e mi baciò di nuovo.
Siamo rimasti lì per circa un minuto, finché non abbiamo sentito qualcuno entrare. Poi mi ha spinto via di nuovo, dandomi un pugno in faccia. Sono caduto a terra, sbattendo la testa sul water.
"Che diavolo ti prende?!" esclamò, dandomi un calcio nelle costole. "Fottuto frocio!"
L'ho visto mentre correva fuori dal bagno e l'altro ragazzo è venuto da me ridendo. "Ehi!" ridacchiò. "Sei appena stato KO!" Ha scattato una foto con il suo iPhone e se n'è andato ridendo a crepapelle.
Quando sono tornato a casa, mia madre mi stava aspettando sulla porta. "Oh, Malik!" gridò, afferrandomi. "Quello che è successo?!"
"Niente," mentii, liberandomi dalla sua presa. "Ho solo... ho litigato." Prima che potesse parlare, le passai accanto ed entrai in casa. Lei mi ha seguito.
"Malik!" esclamò. "Cosa diavolo vuoi dire con 'hai litigato'?! Cosa è SUCCESSO?!"
"Non voglio parlarne!" dissi a bassa voce, salendo le scale.
Corsi nella mia stanza, chiudendomi la porta alle spalle. Poi sono saltato sul letto, fissando il soffitto.
COSA C'È DI SBAGLIATO IN ME? pensai, piangendo silenziosamente. Il livido sull'occhio mi stava uccidendo, ma l'imbarazzo faceva mille volte più male.
Qualcuno bussò alla porta. "Uffa!" gemetti. "Chi è?"
"Giordania." Mi misi a sedere, fissando la porta con paura. "Posso... ehm... posso entrare?"
"NO!" risposi con rabbia, alzandomi e camminando verso la porta. "Chi ti ha fatto entrare?" chiesi, aprendo la porta.
"Tua madre", rispose.
"Mi hai seguito?!" strillai, chiudendo la porta dopo che era entrato.
"Sì," disse. "Mi sono sentito male per... quello che ho fatto."
"Allora perché l'hai fatto?" chiesi, incrociando le braccia e sedendomi sul letto.
Sospirò, sedendosi. "Non lo so!" lui pianse. "Sono solo... in preda al panico! Ma mi sento ORRIBILE!"
"Perché mi hai ricambiato?" sussurrai sedendomi accanto a lui.
"Perché..." disse. "...Mi piaci."
Sono arrossito. "Allora... sei gay?" Si alzò in piedi.
"Diavolo, no!" ha difeso. "Certo che no! Solo che... mi piacciono i ragazzi." Il suo sorriso mi ha fatto venire i brividi.
"Allora..." dissi, fissando le sue labbra. "...io ti piaccio?"
"Voglio dire...credo di sì," rispose, sedendosi di nuovo accanto a me, mettendo la sua mano sulla mia. "Ma se lo dici a QUALCUNO...ti fotto...ti...fanno male." Ho riso.
"Non essere duro", ho scherzato. "Perché non mi piace davvero ruvido."
"Zitto," ridacchiò, spingendomi sulla schiena. Poi era sopra di me, con le mani accanto alle mie orecchie.
"Oh, mio fottuto dio!" sussurrò con voce profonda. "Sono così fottutamente eccitato." Si è abbassato per baciarmi le labbra e le guance. "Oh, mio fottuto dio. Ti fotterò così..." Proprio mentre il mio cazzo si stava indurendo, la porta si aprì ed entrambi la guardammo.
"Mamma!"
"Malik! Che diavolo..."
"Posso spiegare, mamma!" Ho pianto, spingendo Jordan via da me.
"NO!" urlò, costringendo Jordan ad alzarsi. "Non so chi tu sia, ma vattene da casa mia."
Andò alla porta. "Ma mamma--"
"NO!" ripeté. "Sei... sei in punizione. E se vedo di nuovo te o quel ragazzo... vi ammazzo entrambi."
"Mamma!" gridai, mettendomi a sedere. "Stai esagerando. Stavamo solo..."
"Se tuo padre fosse qui..." disse, avvicinandosi a me. "...lo farebbe sicuramente..." Poi iniziò a piangere, ma io digrignai i denti con rabbia. "...non come quello che stai facendo."
"Non sto facendo niente!" abbaiai. "Se solo tu chiudessi il becco e ASCOLTA..." Feci una pausa e vidi il dolore negli occhi di mia madre.
Mi schiaffeggiò rapidamente, incutendomi paura e rabbia. "Mamma...."
Continua....